Bruno Russo- UN MILITE NOTO ( da 'Libero' del 06/05/06 pag. 17 )
‘Se mio figlio volesse un domani intraprendere la carriera militare avrà il
mio appoggio incondizionato’: sono le parole della vedova del capitano della Folgore Ciardelli, che esprimono esattamente ciò che la sinistra combatte da tempo. L’uniforme militare, grazie alla cultura deviata che è stata finemente tessuta dalla sinistra da moltissimi anni, è stata accostata alla divisa marziale e solenne nella quale si è voluto sempre ricondurre l’anima della destra. Anche questa è stata un’arma che la sinistra ha usato per formare una politica, che poi nel tempo è risultata vuota. I funerali solenni a Roma hanno, nonostante tutte le proteste idiote che si devono sentire ad oltraggio dei nostri ragazzi in Iraq ed Afghanistan, dimostrano che la pace è un valore talmente alto ed importante che per essa si può morire, a differenza di quei tanti pacifismi a buon mercato che non raccolgono altro se non gli egoismi della società moderna, che costruisce solo scale mobili, perché nessuno è disposto a perdere tempo per aiutare il prossimo in difficoltà a salire il crine che lo divide dalla vetta. Così dalle parole ignobili che si devono ascoltare, come le ‘mille Nassyria’, provengono queste dichiarazioni commoventi delle prime persone che hanno sofferto e che sono il frutto esatto contrario di quello che si aspettano molti progressisti, e dimostrano non solo che il militare è un mestiere che non serve solo a ‘forzare’ ma soprattutto a ‘mantenere’, ma soprattutto che un mestiere difficile come questo è il modo migliore per credere in quello che si fa: le più belle rose del resto saranno sempre quelle che hanno le spine più irte.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
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