Mi è capitato in questi giorni di vedere uno dei film più noti di Totò, nel
quale, ad un certo punto dell’eterna rincorsa tra guardie e ladri,
compariva la scritta “…si sa che in Italia ogni tanto avviene un’amnistia”.
La riflessione è stata d’uopo, con chiaro riferimento a quanto accaduto con
l’indulto, visto che Prodi continua a dire che lo rifarebbe senza
incertezza alcuna. Perché l’Italia ha il primato delle amnistie? Forse
nella hit parade dei ladri noi occupiamo il primo posto? Io sottolinerei
soprattutto la differenza tra amnistia e indulto in una delle primissime
definizioni del codice e dei vocabolari: il primo nasce come atto di
clemenza col quale viene estinta l’azione penale per determinati reati di
natura specialmente politica, precedenti l’amnistia stessa; il secondo
invece è il condono o la commutazione della pena per chi ha commesso
determinati reati. Senza andare nello specifico, resta chiara con una breve
riflessione parola per parola, quanta strada sia stata fatta nel diritto
per affermare oggi una valenza giudiziaria a queste definizioni che non
sono più funzione dei tempi, bensì di necessità da vedere altrove! La
tristezza che mi sovviene è vedere allora cosa è stato fatto dal governo:
l’Italia è nota per svilire nel tempo l’applicazione delle pene e, grazie
alla sinistra, anche il significato stesso lessicale che governa la loro
normale applicazione. In tutto questo la convinzione di Prodi non si
dovrebbe rifare a necessità riproducibili ma alla garanzia del diritto,
genitrice di certezza della pena che la loro politica sta letteralmente
radiando dal codice.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo