Se il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, striglia la sinistra
invitandola a non distruggere le riforme del Polo e ad ascoltare le ragioni
dell’opposizione, è per lo stesso motivo per il quale si distingue una
persona per bene e corretta da una che non lo è, indipendentemente dal suo
colore politico. In seno al nostro governo questo fenomeno è di vaste
proporzioni perchè non si è insediato un governo di alternanza basato su
uno svernamento di nomi vecchi, ma sull’unione di tutte le vecchie glorie
della politica dell’Italia antica che si sentivano limitate, nella loro azione, dal riformismo di destra.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le ragioni dell’opposizione adesso sono praticamente assenti e l’azione del centrosinistra appare più un’usurpazione che un insieme di atti legalmente riconosciuti. L’unica cosa che importa al governo è spazzare via ogni piccola mollichina di pane che sia rimasta nelle stanze dei palazzi e nella vita degli Italiani e non vorrei, perché da questo punto di vista me lo aspettavo, che ciò che sta accadendo a Vittorio Emanuele sia stato gonfiato per rimandarlo al destinatario, fuori dalle porte del nostro Paese, dopo che ci era tornato solo grazie all’azione del precedente
esecutivo di centrodestra.
Le affermazioni del Presidente sono di correttezza e civiltà, come l’invito a non disertare le cabine dei referendum, perché una consultazione popolare che deve variare delle norme costituzionali esige la più ampia partecipazione degli Italiani, visto anche che un certo interesse verso la politica è aumentato, grazie all’unica ventata di novità che è venuta da destra.

Bruno Russo