E’ da osservare con interesse il processo confuso di epurazioni che avviene
a sinistra nelle liste, che non trova eguale a destra. Mentre Diliberto
viene considerata uno che non conta per l’esiguità di simpatie che si porta
appresso, Piero Fassino viene considerato poco incisivo nei confronti dei
programmi che dovrebbero cancellare le riforme della destra e istituire di
nuovo il processo sul conflitto di interessi; ma la vera contesa è su
confindustria che ha letteralmente spaccato il consenso dei big della
sinistra. Ma questa situazione quali premesse di stabilità crea per il
prossimo futuro? Il problema ancora una volta è che chi si vede in
difficoltà si appende al masso più robusto per non precipitare, così a
sinistra stanno cercando di fare piedino a tutto ciò che è stato il
prodotto della buona politica del governo: prima ci hanno provato
accostando i programmi e gli slogan a quelli che furono del centrodestra,
poi stanno cercando di valorizzare quei settori che si sono recentemente
riavvicinati all’operato della destra, visto che è stato un indubbio
successo che ha portato una nuova stabilità al paese. Ma la sinistra resta
divisa su tutto, adesso più che mai anche sull’abrogazione della Legge
Moratti, perché se d’Alema afferma che la scuola non può sopportare una
rivoluzione come quella della Letizia, ogni cinque anni, nessuno si rende
conto che le cose buone vanno nel tempo perfezionate per renderle migliori,
mentre in Italia si vorrebbero abbattere i palazzi prima di abitarli, come
se le riforme fatte dalla destra siano tutte delle speculazioni edilizie.
Se ciò fosse vero nulla dei programmi conservatori dovrebbero essere
minimamente riportati in quelli del centrosinistra ed invece non è così
Fonte: Bruno Russo