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Bruno Russo – STORIA DI UN MAIALE NAPOLETANO
Ci vorrebbe un nuovo matematico napoletano, eclettico e ironico come il fù Renato Caccioppoli, per dimostrare alla platea illuminata della sinistra che ormai rappresenta una sorta di conservatorismo di stampo staliniano, che ogni lotta si evolve e si eleva dallo stampo culturale della massa per attenersi a ciò che il cittadino desidera veramente. Se poi si parla di donne, spero si sia consolidato la realtà, richiamata anche dal nuovo Pontefice, che l’essenza del connubio tra due sessi rappresenta una unione di diversità, la cui integrazione è il vero senso della vita. Di conseguenza è strano assistere ancora a polemiche sul ruolo della donna all’interno della politica, che se appartiene al mondo dorato e tanto bistrattato dello spettacolo e ancor peggio delle veline, è affetto da un handicap che non può essere portato nelle poltrone parlamentari europee, arroccate ancora al vecchio stampo della donna di una certa età, che ha fatto la resistenza, la mamma, la nonna e ora vuole insegnare qualcosa al mondo. Tanti schemi sono saltati, e molti ancora salteranno in questo nuovo secolo, ove presto o tardi arriveremo a concepire, che chiunque può fare seria politica, se tale compito nasce da una vocazione interna che ha l’unico onere di essersi svegliata tardi, ma la certificata voglia di essere seria e incisiva. Non si può credere così, che la destra che in materia di sensibilità al femminile ha scavalcato l’opposizione da anni, abbia dovuto dimostrare che le sue candidature europee sono esenti dal cosiddetto “velismo”, che è una proprietà sulla quale ci sarebbe molto da dire. Renato Caccioppoli che dovette lottare con uno degli scivoloni del vivido periodo fascista, che impose per copiare le leggi razziali tedesche, che i cittadini assumessero un comportamento e una gestualità di tipo “virile”. Scelse così, di passeggiare per Via Roma con una leggiadra gallina ad un guinzaglio di color rosso, destando l’ilarità generale e facendo in poco tempo accorrere le guardie. Di acqua sotto i ponti ne è trascorsa e adesso, che molti ruoli si sono invertiti e lo scetticismo della gente verso il potere è all’ennesima potenza, nonostante il buongoverno della destra, invece di approfondire la concreta situazione parlamentare europea e le valenze che esse possono addurre nell’immediato futuro, si scatena la polemica sulla presenza delle veline, che non sono una creazione della destra, ma la conseguenza della disattenzione di tutta la sinistra nei confronti del popolo dell’arte e dello spettacolo. Aggiungendo inoltre la cattiva informazione sui problemi cogenti come la questione della febbre suina, che rischia di imboccare ancora di più la spinta pretestuosa che cerca di mettere in difficoltà il governo, opinerei per un Caccioppoli coevo, che possa uscire per le vie del centro napoletano, portando al guinzaglio un simpatico maialetto, per far capire che Napoli soprattutto, pullula di tante donne che vogliono fare le veline e che hanno tutti i requisiti per sedere in un Parlamento, anche estero. Noi uomini invece siamo un po’ maiali fuori ma conserviamo un cuore, mentre una grande ipocrisia finge facili moralismi per celare dentro le sambianze cognitive di un maiale, specialmente se parliamo di coloro che hanno definito le violenze subite da molte donne da extracomunitari e balordi comuni, come netta conseguenza delle quantità di carne e protuberanze esposte. Stiamo attenti che così facendo tendiamo a comportarci come coloro che nell’Islam hanno imposto il burka, e poi vanno la sera a invadere i siti porno. La storia di un maiale napoletano finisce qui, in una delle tante buche napoletane, esistenti per mancanza di soldi, gli stessi che mancano nel mondo globale per acquistare una quantità di vaccino in grado di affrontare una possibile epidemia di febbre suina, mentre si è sempre pronti a criticare chi ha fatto della propria bellezza un arma per vivere meglio.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
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