Bruno Russo- [ CRONACA ]- WORK IN PROGRESS ( da "Il Secolo" del 26/03/2011 pag. 14 )
Colpisce la foto su di un quotidiano dell’autostrada al nord di Tokio, letteralmente squartata dal terremoto, e rifatta in soli sei giorni: quanti ce ne vogliono per rifare le nostre? Non ci nascondiamo dietro le difficoltà dei lavori con riferimento alla Salerno Reggio, perché anche la strada giapponese era a due corsie e le voragini aperte dal sisma erano di molti metri di lunghezza. Tale realtà rientra in molte altre: nel nostro Paese troppe persone lavorano per un progetto, ma i risultati nel tempo non vengono mentre aumenta il dissesto, come accaduto agli scavi di Pompei, dove se la sono presi con il ministro Bondi senza fare la differenza tra le persone incaricate di lavorarci e quelle che realmente lo facevano, senza parlare dei siti archeologici chiusi da tempo per mancanza di personale! Andiamo a vedere quanti operai ci sono voluti per ripristinare la strada giapponese e potremo tirare delle conclusioni, forse le stesse di sempre: non sono gli ideali che hanno mostrato l’inefficienza della politica anche se abbiamo fatto di tutto per eliminarli, non sono i partiti e la stessa politica che resta arroccata alla prima Repubblica anche se ora molti la rimpiangono, ma è la mentalità che ritiene il lavoro un fatto sociale legato solo alla retribuzione, mentre è l’unico strumento di dignità umana che perdura fino a quando l’essere può essere utile agli altri, mostrando volontà e meriti. Proprio per questo, in Giappone quando un capo o un manager fallisce, per lui non ci sono scuse o false speranze.
Bruno Russo Fonte: Bruno Russo
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