La riunione storica, con la quale tempo fa si decise a Ginevra di introdurre il nuovo emblema del Movimento Internazionale della Croce Rossa, fu uno dei tanti messaggi tesi ad indicare il tentativo attuale di introdurre la laicità nelle Istituzioni in generale. A tutto ciò si aggiunge quello che si sta facendo per dialogare con il mondo musulmano, ultima la proposta del Cardinal Martino. Bisogna a questo punto fare il punto della situazione, introducendo una riflessione di coscienza: la richiesta di reciprocità in un rapporto di fede è necessaria quando questo si basa su regole tese al rispetto reciproco, ma va in crisi quando ci si ricorda che Dio è amore e basta, per cui ogni 'do ut des' non va applicato. Ma occorre anche dire che in un periodo nel quale si cerca di eludere tutto ciò che la religione cattolica ha precluso, dallo stesso laicismo alle religioni alternative, può avvenire che in futuro anche altre religioni si sentiranno in diritto di esprimere il loro
dissenso, e pretendere un posto evidente all'interno delle stesse Istituzioni del Paese, finendo per essere inseriti nella stessa cultura. Se si pensa poi che tutto questa necessitò di dialogo religioso viene dopo la recludescenza di atti di violenza inauditi e mai avvenuti anche nei confronti dei rappresentanti e dei simboli della tradizione cattolica, mi viene da chiedere: ci vuole la violenza per arrivare a questo? Il dialogo reale è quasi un sentimento profondo e come tale non si può imporre, ogni violenza resta un cattivo insegnamento, che però solo la nostra fede può accogliere e comprendere, ma nulla potrà essere inserito in un tentativo di reciprocità, che fino ad ora è stato assente, nell'Islam, se non lo si accompagna ad un tentativo di conoscenza profonda che parta dalla cultura della fede. La cultura della fede è quello sforzo che si deve fare per capire con il libro di storia e di
religione nella mano, come si evolve un problema comunicativo nel tempo,
per rimuoverlo partendo dalle sue stesse radici, che non possono essere che
quelle spirituali. Nel secolo contraddistinto dal crollo degli ideali, si cerca di sostituire alla supposta ' dittatura culturale ' del cattolicesimo, la dittatura della laicità e del dialogo a tutti i costi. Per questo occorre, a mio avviso, tener presente che le varie iniziative umanitarie che si sono distinte nel tempo derivano da un messaggio cristiano in senso stretto, primo perchè la carità non può essere distaccata da quel complesso di sentimenti, credenze ed atti di culto che collegano l'uomo con la provvidenza; secondo perché la croce sta perdendo in simbolo e fatti la sua importanza, in quanto dal suo
significato di fede e di sofferenza del figlio di Dio, si è arrivati ad un significato nel quale la società materialista sembra volersi univocamente muovere. L’appiattimento di valori e simboli per poter trattare alla pari quelli che appartengono alle altre nazioni ed ad altre culture, non è il modo per crare un dialogo perchè questi problemi interesseranno sempre di più nel tempo la sfera privata, ma mancherà quella cultura della fede che resta alla base di ogni rapporto intellettivo reciproco basato su valori religiosi.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo