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15/02/2006 CULTURA  
Bruno Russo- TOCCARSI ( da 'Libero' del 15/02/06 pag. 19 )
Quanto la passionalità possa purtroppo cedere il passo alla razionalità è
facilmente dimostrabile. Io uso un paragone atipico che calza bene a quanto
succede oggigiorno in molte persone, che hanno come una paura di affrontare un rapporto: pensate a due discoteche, una frequentata da
ragazzini fino ai ventisette anni circa ed un'altra nella quale invece i clienti sono persone dai trenta anni in su, o su di lì; potrete vedere che nella prima esistono ancora coppie che si lasciano andare alle effusioni, che si abbracciano, si accarezzano, si baciano anche prolungatamente; nella seconda invece trovare un atteggiamento equivalente è raro, perchè vi
vedrete solo gente che parla, parla e parla; uomini che raccontano alle donne la propria filosofia della vita e viceversa, ma nessuno dico nessuno ha il coraggio di improvvisare o iniziare un contatto. Quale è la differenza? Cosa è successo tra una generazione e l'altra? E ' successo che nella prima si ha ancora la sensazione che la vita voglia offrire mille possibilità, compresa la capacità di amare in libertà, senza vergogna, senza paura, perchè non si pensa minimamente di offendere qualcuno, mentre nella seconda ci si sente castigati da tante regole e accadimenti, vedendo fortemente ristretto il campo nel quale agisce il proprio arbitrio, un pò per coscienza ed un pò per invidia altrui. Eppure ogni esperienza nella vita, lascia una traccia che spesso dimostra quanto la propria passionalità sia lontana dall'aridità delle formule e delle convenzioni, delle regole, magari colorata dalle note di un violino a dai riverberi delle onde marine che attraversano i pensieri. Non c'è cosa più stupida che pensare che il progresso e la passionalità, che la scienza e l'amore, siano due cose in antitesi: i più grandi scenziati e migliori pensatori lo hanno voluto sottolineare, ma a questo l'umanità ha comunque scelto di restare sorda per non mostrarsi debole e vulnerabili: uno di questi fu Albert
Einstein, che disse ' la mente intuitiva è un dono sacro e la mente
razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il
servo e ha dimenticato il dono'. Quindi, man mano che noi giovani
arriviamo alla trentina si inizia ad avere paura di non essere più servi di
qualcuno o di qualcosa, una paura che si manifesta con quel contatto
rifiutato, con quell'incapacità di annusarsi, di compenetrarsi, di amarsi, di respirare la stessa aria, senza sentire un certo disagio specialmente se in pubblico. Di conseguenza molti di noi, single in tarda età, stentiamo ad adoperare un pò di romanticismo e strafottenza per catturare un visino e coccolarlo sulla propria spalla davanti al mondo, preferiamo magari una
toccata e fuga, una condivisa esigenza di sesso che capita come un gioco,
quando uno meno se lo aspetta. Una mia amica alla quale ho chiesto, visto
che è una zitella convinta, come fa a soddisfare le lecite esigenze sessuali, ella mi ha risposto: 'con un ottimo amico'! Allora deduco che Einstein aveva capito che la relatività della materia non è molto lontana dalla relatività dei rapporti umani, cioè essa cambia al cambiare del tempo, mentre siamo noi che nel crescere diventiamo meno coraggiosi. Ma proprio per questa relatività, l'età non deve pesare, se non la differenza tra chi è capace ancora di amare e chi invece mostra qualche cenno di stanchezza.

Bruno Russo

Fonte: Bruno Russo
 

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