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11/01/2006 CULTURA  
Bruno Russo- IL CONTRARIO DELLA SOLITUDINE ( da 'Libero' del 11/01/06 pag. 17 )
Amare vuol dire il contrario di solitudine. E' mettere in gioco la parte fondamentale di se stessi: la libertà. La libertà è anche volontà di perdere la propria libertà, autodeterminazione nel darsi all'altro nella continua ricerca di piacere prima a colui che si ama e poi a se stessi. Proprio attraverso un minimo successo con il partner desiderato si acquista una esaltante compiacenza che diventa maggiore nel momento in cui sentiamo di aver speso non poco per ottenerla, anche perchè si è usciti per sempre da quell'alone di solitudine, che quando non è imposta non è niente male ma assai pericolosa. L'amore è una forza, è una energia che ti spinge a camminare ed a guardare in avanti, facendoti dimenticare il passato che per averci fatto soffrire conta quanto un vestito dilatato dal tempo, l'amore non viene dalle proprie azioni di conquista, ma nell'accorgersi che queste sono il frutto di un germoglio infinito che albera dentro di noi e che si nutre con la bontà, con la grazia e talvolta anche con l'intelligenza, ma soprattutto con l'umiltà e la semplicità. L'amore diventa così sorgente di vita perchè è quel mistero che nell'accrescere le speranze e farci vedere tutto in rosa, ci da anche la possibilità di proporci in un mondo pericoloso, di fare una sorta di atto di coraggio nel momento in cui investiamo il tempo che ci è concesso nei sentimenti che sono assai spesso il succo dell'irrazionalità. L'amore non è sofferenza perchè la sofferenza stessa è in realtà la fuga dal dolore, mentre l'amore vero non è fuga davanti a niente ma è un bagno nella verità, allorchè si mette con piacere e convinzione in gioco il corpo, lo spirito e l'anima. Salvare la propria vita non significa accettare o rifiutare eventi, persone e cose che non ci piacciono, ma significa metterla in gioco proprio nella convinzione di assaggiare quella misericordia Divina che abbiamo sentito ma mai provato. Un cuore che per qualsiasi cosa non può amare, diventa triste e si può ammalare, sembra fare chiasso per l'impossibilità di esprimersi ma in verità non riesce a sorridere perchè convinto che l'esperienza e l'esistenza si compia tutta su questo pianeta. Ma è una convinzione dettata dal materialismo, dal primo responsabile della nostra tristezza, che si inietta nostro malgrado proprio nelle scuole dove ci sono molti lupi vestiti da agnelli, che con l'imposizione di una ragion veduta nelle cose divorano l'innocenza e la fede schietta dei nostri figli. Nella vita si insegna così ad amare il prossimo ma poco ad amare la propria donna, il proprio partner: sembra assurdo ma ciò proviene da una cultura antichissima che vedeva nel connubio tra due sessi ancora il seme del peccato originale, l'origine del male, tanto che per moltissimi anni il matrimonio è stato visto la fonte di interessi economici rispetto alla unione di amorosi sensi. Ma la coscienza si ribella sempre e lo fa in svariati modi, molti dei quali non sono neanche a noi palesi, ma su tutto resta la convinzione che quando si abbandona qualla solitudine che assomiglia tanto ad una ipocrisia appagante, e si va in mezzo al guado per conquistare una donna, si compie un grande gesto di libertà che sarà tale fino a quando saremo disposti a combattere per non perdere la persona che amiamo e che abbiamo al nostro fianco, come una dolce guerra dove a perire è solo il nostro orgoglio e l'umana viltà.

Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
 

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