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22/12/2005 CULTURA  
Bruno Russo- REMEMBER THE DAY ( da 'Libero' del 22/12/05 pag.14 )
Non voglio fare retorica nel ricordare l'immane tragedia naturale del sud-est asiatico, mentre iniziamo a pregustare il periodo Natalizio che impone oltre che alle baldorie anche le riflessioni dovute sulle cose, ma non ne posso fare a meno quando vedo che proprio in queste giornate gli uffici, i luoghi pubblici, i telefonini ed ogni posto sia calpestabile dalla gente o dall'intelletto, si riempie di iniziative per il mondo che soffre. C'è evidentemente un solo tempo ideale per ricordarsi che qualcuno ha bisogno del nostro aiuto perchè, in realtà gli altri non sono buoni perchè la gente non è altrettanto sensibile per accogliere questi inviti per poi restituirli con tutta la grazia e la generosità, magari accompagnata da una bella banconota fiammante. Ma, mi chiedo, quante di queste iniziative sono realmente oneste? Come si può avere la certezza che i soldi andranno a finire realmente dove devono andare a finire? E se ciò avverrà, come verranno distribuiti se le burocrazie dei paesi poveri certe volte fanno concorrenza alla nostra? Mi viene così alla mente quanto successo con lo tsunami in Indonesia e che mi auguro non sia mai dimenticato, primo perchè è stato un grande affronto della natura contro l'uomo, che per potere recuperare certe affezioni deve oltremodo fare riferimento alla sua fede già vacillante ed improba, secondo perchè se la solidarietà classica parte almeno da qualche decina di euro e spesso si disperde misteriosamente , mi sopravviene quanto è successo proprio con quelle sfortunate popolazioni asiatiche per le quali il gruzzolo formato dalla sommatoria dei tanti 1 euro provenienti dalle miriadi di sms inviati dalla popolazione mondiale in una sorta di gara di solidarietà, risultarono dopo un anno ancora fermi alle dogane asiatiche ed inutilizzabili per questioni burocratiche e politiche nonchè perchè il loro ammontare non era congruente con quanto contabilizzato all'origine. Alla fine non se n'è saputo più nulla e come al solito la colpa è stata data dalle autorità alle differenti religioni che popolano quei luoghi, che non hanno permesso la subitanea distribuzione dell'utile. La solidarietà perde quindi i punti agli occhi della gente, perchè si scopre che il suo utilizzo non è gestito in modo onesto. Personalmente penso che sia meglio aiutare chi ha la possibilità di fare un uso diretto dei soldi e lodo quelle iniziative rivolte a barboni, extracomunitari ed emarginati, che riempiono le stazioni ferroviarie delle principali città Italiane. Con un pò di quel corredo necessario per sostenere il freddo, la fame e l'indigenza che questa povera gente è costretta a provare si può dare non poco. Proprio sui giornali rilevo che la quantità di questa povera gente sta aumentando vorticosamente e la colpa non è di Berlusconi come qualche idiota dice, ma del fatto che nella società coeva pur avendo una vita agiata si perde facilmente la bussola e si parte per un viaggio simile ad una odissea, solo che difficilmente alla fine si riesce a tornare a casa ed a ritrovare una moglie che sfila in continuazione un telaio per non cadere preda di un altro uomo. Molta gente viene cacciata di casa ed inizia un tormentone umano che non ha termine se non con la completa distruzione dell'essere uomo. Ricordiamoci a Natale, che per esprimere solidarietà non occorre solo superare un oceano, anche perchè può essere inefficace, ma basta girare lo sguardo di pochi centimentri.

Bruno Russo


Fonte: Bruno Russo
 

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