Bruno Russo- IL SALUTO ROMANO ( da ' L'Indipendente ' del 14/12/05 pag. 4 )
La polemica scaturita dal saluto iterato del calciatore Di Canio, dovrebbe porre una seria riflessione sulla libertà in Italia. La maggior parte delle critiche riguardano la presunta immaturità del giocatore che fa i capricci su un regolamento chiaro e questo può essere anche vero, ma ho notato che certe volte si scambiano per capricci anche quelle dimostrazioni lecite di chi sente quello slancio doveroso per una libertà che si è persa: dimostrare in pubblico una fede. A chi poi sentenzia che in Italia il fascismo è fuorilegge per cui il gesto è comunque un reato che va perseguito, mi chiedo perchè il pugno chiuso che è emblema di un numero di morti non inferiore, è lecito e non ricusato. Ma lo slancio di uno sportivo non è differente dall'impeto dell'idealista che si protende verso di essi e li vuole mostrare, per comunivcare attraverso questi modelli, il suo bisogno di cambiare la società. Invece noi pretendiamo di analizzare in questa un soggetto di violenza o di sconfessione tentata di un codice sportivo che più che essere un regolamento è un insieme di fatti che non sono al passo coi tempi. Ma di Cania deve essere valutato per la sua sportitività, perchè se lo stesso saluto lo facevano in qualche trasmissione Fini o Berlusconi si sarebbe ribellata tutta l'Italia. Evidentemente certe persone non contano più di altre per la verifica di un processo e non è vero: ognuno ha il diritto si esibire la propria esuberanza a patto che la stessa non offendi il gusto o la condizione di chi soffre.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
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