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14/12/2005 CULTURA  
Bruno Russo- SPES ADVENIAT MEA ( da 'Libero' del 14/12/05 pag. 18 )
Quando si parla di fede in terra si associa ad essa la parola "speranza", perchè gli uomini che desiderano coltivare questa ricchezza si rivolgono con gratitudine e commozione di fronte alla croce, perchè essa è il segno tangente dell'amore del Padre Celeste verso di noi al quale corrisponde il tentativo costante che facciamo ogni giorno, di sperimentare la potenza della resurrezione semplicemente lasciando quel mondo materiale ed inutile, che ci siamo volutamente costruiti per dimenticare l'oblio dei crucci. Sono piccole morti quotidiane dalle quali dobbiamo fuggire sia perchè non dobbiamo soffrire davanti alla realtà della vita, nonchè non occorre sostituire una perdita importante, morale o fisica, con un bel vestito od un viaggio alle Bermuda. Per prendere mille antidoti contro le brutture della vita, ci ritroviamo soprattutto soli in ogni rapporto umano che potremmo intentare, perchè ci manca quella forza che viene dal rispetto verso se stessi. Una mancanza di stima che è stata costruita, pensando solo alla nostra gloria tra gli altri, attuata attraverso la continua fuga dalla sofferenza, avendo come unica preoccupazione quella di stare bene, di ricercare il piacere personale continuamente, scartando non solo gli eventi ma soprattutto le persone che ci possono dare fastidio. Occorre rifarsi alla frase del Vangelo: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" per capire come possono andare le cose. Ma il problema è che non tutti posseggono il dono ed il tempo di capire queste cose e di metterle in pratica prima che sia troppo tardi. Addirittura molte persone hanno, su questa terra, una tragedia definitiva prima di avere la cognizione di intendere e di volere, ma la grande misericordia dovrebbe essere posta proprio su di loro. Sentivo alla radio che da una indagine statistica, dopo l'arresto dell'ulteriore pedofilo, si è potuto appurare che la maggioranza di questi personaggi infimi hanno ricevuto nella loro infanzia una violenza. Appare chiaro quindi, che il crimine è una debolezza, che proviene da una violenza che si è subito nella fase più tenera e formativa della propria esistenza, ma anche che i più deboli sono i più pericolosi, perchè se covano nel loro grembo il torto subito, il loro tiro sarà sempre più forte e potrà fare male. La forza invece viene dal coraggio di assumere come modello di vita quello meno vincente ed affrontarne le conseguenze: credere e sperare che le cose possano cambiare in bene come cambia quell'orizzonte molto al di là del nostro punto di osservazione. Le scelte meno scontate, del resto, sono quelle che danno i migliori risultati, perchè i modelli di vita sono solo tentativi blandi di tenere lontano il dolore, mentre proprio andando al di là degli schemi con la più grande umanità può dare alla nostra coscienza quel salto di qualità che ci permette di sentirci più liberi, proprio perchè si è persa quella sicurezza che certe volte, anche e soprattutto per la paura di perderla, ci soffoca.

Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
 

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