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05/12/2005 CULTURA  
Bruno Russo- UNA CONFESSIONE ANNUNCIATA ( da 'Libero' del 02/12/05 Pag. 17 )
Una Domenica tra le tante, mi ritrovai in una chiesetta sulla collina della
mia città e decisi di andarmi a comunicare con il Signore, visto che era
anche molto tempo che non lo facevo. Mi ritrovai a tu per tu con un
simpatico vecchietto, un prete alla vecchia maniera, che come tutti i comuni
mortali si distingueva per avere due occhi scavati per la stanchezza della
vita ma incapaci di coprire il suo viso buono, paffuto e con un sorriso
accennato se non altro per mitezza d'animo. Mi guardò e prima di ascoltare
le mie malefatte, si accorse della mia agitazione e mi mise una mano sulla
spalla. Figliolo, mi disse, non temere il servo del Signore che vuole
liberarti, perchè anche in questo luogo appartato, lontano dalla strada, si
può distinguere la gente; vedi, ogni pomeriggio, verso le otto, poco prima
che inizi la messa vengono delle signore con il viso sempre più cupo a
raccontarmi sempre le stesse cose, la sorella, il marito, i figli, la fede,
poi scompaiono e ritornano con fare disinvolto esattamente al momento della
comunione, si mettono in fila e raccolgono il Corpo del Signore per poi
mettersi in un angolo ad assumerlo sul palato e fuggire come se il loro
compito si fosse realizzato. Ripetono questo gesto quasi ogni giorno ma non
ascoltano affatto le letture della messa, per loro l'unica preoccupazione è
sentirsi assolte in cielo e ricomposte in terra: ritornano alle loro case ad
affrontare la loro vita. Il prete si fermò perchè con il silenzio voleva
sottolineare la solennità di quel racconto, poi continuò: se l'unica
salvezza consistesse nel potersi perdonare perchè Lui ci ha perdonato,
allora saremmo tutti felici ma non è così. La tristezza di questo mondo è
che la gente ha smesso di capire, perchè vuole parlare ma è stanca di
ascoltare, eppure quando si ascoltano le parole ci si diventa più
ricchiperchè certe volte contengono quei messaggi che ci fanno riflettere.
In questa chiesa entra sempre meno gente, sempre meno giovani, sembrano
tutti fuggire dal loro compito e cercare la salvezza in un solo attimo, in
un solo gesto. Ma la vita non è un attimo, perchè qundo si prega o si
ascolta è come quando si fa un esame all'Università, si ripetono mille volte
le stesse parole anche se si conoscono bene, per essere certi di non
sbagliare, oppure si ascoltano le stesse lezioni trite e ritrite, per
assumerle e non scordarle più. Quando uscii dalla Chiesa pensai che molte
volte essere anziani è molto triste, ma non perchè si è ai confini
dell'esistenza, bensì perchè si ha solo e sempre paura. Vorrei un mondo
fatto di giovani o di persone che, nonostante la propria età, hanno il
coraggio di riproporsi sempre e di lottare, e non solo per se stessi ma
anche nella speranza di essere simpatici al Signore, perchè egli apprezza la
spontaneità e la forza di animo come lo può fare un ottimo amico od un padre premuroso.

Bruno Russo

Fonte: Bruno Russo
 

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