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21/10/2005 CULTURA  
Bruno Russo- UOMINI E SCIMMIE
Occorrerebbe, alla luce delle problematiche di religione, che investono le pagine della nostra vita attuale, riproporre l'approccio che si è dato dopo l'11 Settembre, perchè esiste un errore di fondo. Se si esamina, come qualcuno ogni tanto approccia, il problema della sottovalutazione del mondo islamico da parte dei nostri politici, portando come esempio alcune dichiarazioni fatte dai rumorosi ministri leghisti, si arriva nel mostruoiso processo dei passa parola che esiste purtroppo nell'informazione, provocando come esempio disdicibile l' accostamento fatto di rigetto da un quotidiano di Riad, secondo il quale Castelli a Zawahiri pari sono!. Semmai la sottovalutazione è su un problema di sostanza e non di forma, perchè i toni dei media dell'Islam sono stati minacciosi da sempre, figurarsi di fronte alle parole di un ministro che reputa assurdo accettare donne con il velo, per le fotografie ufficiali che un islamico deve fare, quando ovviamente impatta le istituzioni italiane e la documentazione che esse richiedono. Ma la questione partiva soprattutto dalle parole del ministro, il quale aveva "semplicemente" detto che se i nostri immigrati non accettano le leggi Italiane tanto vale che se ne vadano nel deserto a parlare con le scimmie : incauto e maldestro pur difendendo una realtà, le parole sono state interpretate alla fine del gioco del telefono, come se Castelli avesse detto che i musulmani e le scimmie sono la stessa cosa. E' vero che talvolta i ministri leghisti versano la benzina sopra al fuoco delle idee, ma è pur vero che un'informazione arriva distorta anche e soprattutto per una difficoltà di traduzione che dipende dalle profonde differenze nelle lingue, assai distanti in forma e sostanza. L'Islam dimostra di volere innalzare il livello dell'odio ed una parte politica in europa continua a trascurare questa realtà , forse perchè gli fa comodo. Ma dietro a questo atteggiamento esiste un altro problema, quello dell'immigrazione che in passato è stata trascurata e solo la Bossi-Fini ha garantito un lento miglioramento del livello di criminalità, portata molti anni fa a livelli inaccettabili. Ma non bisogna neanche trascurare il dialogo, per quanto critico, con l'Islam. Per farlo ci sono due vie, una internazionale ed una religiosa, interna. La prima dovrebbe prevedere il far leva sulle forze moderate che si sono installate in quella regione, i politici facenti parte del nuovo governo Iracheno per stabilire un contatto istituzionale con la popolazione irachena, la quale desidera che il processo di democratizzazione dell'area sia un successo rapido e duraturo, ottenuto con il concorso dei militari italiani che non devono abbandonare quei luoghi e sentirsi rinnegare tutto ciò che è stato fatto fino ad ora. La guerra a tutti i costi che desiderano molti islamici ed il dialogo necessario con questo mondo, sono quindi temi da affrontare severamente e qui si pone il secondo metodo di dialogo: l'impoverimento
delle zone sfruttate e la tendenza atavica al martirio ed alla guerra santa che ha da sempre interessato il mondo musulmano, sono due stadi opposti di un processo che viene amplificato all'eccesso, da quelle forze oltranziste che sfruttano la disperazione di questa gente e manovrano i kamikaze. Bisogna rilevare, infatti, che la religione musulmana in effetti non è assai diversa dalla cattolica, ma si avvicina nella sostanza a quella della ortodossia perchè non c'è redenzione; su questo occorre agire perchè ancora una volta la differenza tra una realtà ed un'altra riguarda molto l'anima e poco la mente. Ma quello Iracheno è un popolo oppresso per anni ad una mentalità di distruzione e per qusto diventa tutto più difficile. Io sogno la libertà più completa, soprattutto per i figli del martirio e sogno una integrazione extracomunitaria che possa realizzare almeno una parvenza di quello che è stato fatto in America, dove illustri uomini di colore - ed è già orribile dire così, dopo una vita a scrollarsi da dosso la polvere delle tristezze razziali, si sono ritrovati nell'esecutivo del governo repubblicano. La differenza tra il vecchio e il nuovo si trova solo nella disponibilità ad aprire una mente misurando il valore dell'essere uomini, ma è anche l'unica differenza esistente da sempre
tra gli uomini e le scimmie.

Bruno Russo


Fonte: Bruno Russo
 

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