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07/04/2005 ARTICOLI  
Marco Scocchera- IL SENSO DELLA VITA E DELLA MORTE
Due grandi misteri che da sempre e per sempre sono stati e resteranno i più significativi della nostra esistenza: quello della vita e quello della morte.
Volendo affrontare l'argomento, prescindendo da questa o da quella religione,
o da qualsiasi altro presupposto teologico, sia esso cristiano o non, seppure consapevole che è proprio nella religione che si riescono a trovare le migliori risposte, l'argomento si può trattare con semplici quanto valide considerazioni, che comunque non basteranno allo scopo.
La vita è ciò che vediamo, che sentiamo, che proviamo, è ciò che amiamo, ciò che odiamo, è quella bella avventura più o meno intensa, più o meno fortunata, più o meno dignitosa e gratificante,che ciascuno di noi, venuto alla luce in una od in qualsiasi altra parte del mondo, si ritrova ad affrontare. Potremmo semplicemente dire che, in ogni caso, la vita sia una cosa meravigliosa, e che qualsiasi destino essa ci riservi, merita di essere vissuta, ringraziando ogni giorno di avere avuto questa grande opportunità. Ma ciò nonostante, ci risulta spesso difficile dare un significato alla vita: perchè esistiamo ? cosa è realmente la vita ?
ed alla morte, che sia essa raffigurata come quell' inquietante uomo vestito
di nero pronto a coglierci di sorpresa, oppure come un'evento liberatorio
che sopravviene al culmine della nostra sofferenza, non è forse ancora più
difficile dare un significato ? e comunque, se riusciamo a comprendere e ad accettare la vita, sicuramente ci riesce molto più difficile accettare la morte.
Come possiamo riuscire ad accettare la morte di chi amiamo e come possiamo evitare di giungere a quei momenti nei quali tanti interrogativi ci assalgono senza tregua, lasciandoci fra mille affanni, quel grande bisogno di riuscire a dare una risposta ad essi, una benchè minima risposta, ma che ci aiuti ad accettare e a superare l'immenso dolore ? Dare un senso alla morte, per quanto ci possiamo sforzare, non è facile. Ci è a volte meno difficile dare un senso ad essa, quanto più ha avuto senso la stessa vita di quella persona, quanto più abbiamo la consapevolezza che quella persona ha vissuto abbastanza da lasciare un ricordo indelebile nei nostri e negli altrui cuori. Ed è questo lo stesso stato d'animo anche di chi sa di essere vicino alla fine. Vidi un film, un po' sul surreale, del quale voglio elogiare soltanto il messaggio in esso contenuto: il protagonista, un grande industriale, viene a sapere di essere prossimo alla morte, egli non sa esattamente quando ciò accadrà, ma gli viene data la possibilità dalla morte stessa, personificata in un altro personaggio presente sulla scena, di riparare agli errori fatti e di agire in modo da poter dare un senso alla propria esistenza, un senso che fino ad allora era mancato. Soltanto al raggiungimento di tale obiettivo, il protagonista, spensierato, lascerà che la morte lo porti via.
Ma del resto chi di noi non ha mai conosciuto, o è venuto a conoscenza di persone che trascinandosi nella sofferenza della malattia, sono riuscite a raggiungere un traguardo per loro importante, il loro ultimo grande traguardo, e subito dopo ciò si sono spente serenamente ? E' come se la morte, consapevole del nostro bisogno di lasciarci dietro una vita che abbia avuto un senso, ci desse la possibilità di esaudire un nostro ultimo desiderio. Ma non sempre la morte è così paziente
e comprensiva e se, sforzandoci, riusciamo a dare un senso alla morte dopo una vita vissuta, come possiamo riuscire invece a dare un senso alla morte prematura, improvvisa e violenta, alla morte di giovani anime innocenti ?
ma la morte fa parte della vita, ed ognuno di noi, aggrappandoci alla religione, alla famiglia o a qualsiasi altra cosa che ci possa dare sostegno, deve accettarla e superarla. La morte, per quanto possa essere duro ammetterlo, ha anch'essa un senso.

Marco Scocchera

Fonte: Marco Scocchera
 

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