Bruno Russo- RIMPIANTI FISCALI ( da 'Il Secolo' del 25/05/06 pag. 14 )
Il programma del Cdl prevedeva in materia fiscale, evidenza alla mano nei
tanti proclami e libretti distribuiti agli Italiani, la proroga e la messa in opera della legge delega per la riforma fiscale del 2003, per far sì che la pressione fiscale possa essere portata sotto il 40% del prodotto interno lordo, concentrando sulla famiglia la famosa ‘no tax area’ che non tutti conoscono bene. Come si è fatto con molte leggi, esempio quella della droga, si voleva tentare, prima di applicare dei criteri indiscriminati che portano a sparare nel mucchio, analizzare singole situazioni attraverso una qualificazione delle indigenze. In particolare, così, si voleva tenere conto delle composizioni dei nuclei familiari dei lavori ‘bianchi’ svolti esempio dalle casalinghe, senza dimenticare i disabili e gli anziani a carico. Ricordo a questo proposito che qualifica significa riforma: cioè la rieditazione degli studi di settore che si trovano alla base degli accertamenti tributari e che partono dalla conoscenza delle singole realtà territoriali. Anche la destra voleva combattere, infine, l’evasione fiscale, ma nella misura di ciò che era contenuto già nella legge finanziaria e che voleva strettamente coinvolgere i comuni nell’ambito di ogni accertamento tributario. La conoscenza di tutte queste cose è stata ostacolata da parole distruttive ma, purtroppo, più semplici ed immediate per quegli Italiani che non vedendo miglioramenti pratici, perché l’antiberlusconismo atavico ha significato l’offuscamento delle idee, preferiscono dichiarazioni immediate di voler buttare giù tutto e rimescolare le carte. E dopo? Dopo c’è il caos, la confusione nella quale i più furbi si arricchiscono e di più deboli restano a guardare ed a invocare i precedenti governi. La storia ci insegna che attraverso processi del genere ci siamo ricreduti, dopo molto tempo, di tantissime cose.
Bruno Russo Fonte: Bruno Russo
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