Bruno Russo- IL RITORNO DEL FREDDO ( da 'Il Secolo' del 13/05/06 pag. 14 )
Rutelli rispolvera un suo vecchio dissenso verso i modi di procedere della sinistra, da buon ex-radicale, e rifiuta la richiesta di D'Alema di essere vicepremier unico. Questa ed altre vicende come il rischio che Fassino resti fuori dai giochi di potere, ad occuparsi del suo orticello politico, dimostra che i tempi di attuazione del governo rosso sono assai lunghi, come i tediosi periodi imposti dalla stessa parte politica durante la discussione e l'approvazione delle riforme che, con l’ostruzionismo e l ’assenteismo parlamentare, ha rischiato di imballare in passato il rinnovamento del Paese. Fa rabbia tutto questo perché è impossibile che gli Italiani nutriti dall’anti Berlusconismo si siano, come una caccia alle streghe, trincerati anche dietro alle paure sparse. La differenza la fa anche una certa dialettica, che adesso
viene oscurata dai vari giochi di potere. Ad esempio in politica estera si era, per la prima volta con efficacia, cercato di consolidare il ruolo da protagonista dell’Italia, grazie alla nuova credibilità Internazionale, derivata anche dal modo non sempre scontato con il quale il vecchio premier si rivolgeva ai premier europei ed oltre oceano Adesso il rischio di scollature
non si può ignorare e la legge della linearità è l’unica che può ricomporre un po’ di credibilità. Ma per ottenere tutto ciò serve il concorso della destra che se non è potuto avvenire a livello primario, potrà concorrere solo con una opposizione costruttiva e forte. I venti non sono favorevoli e Prodi accaparra potere come se dovesse fare le provviste per un lungo inverno: è l’inizio della stagione più ‘fredda’ che l’Italia abbia conosciuto, densa di bufere cadranno sulla politica, sotto le quali i personaggi della sinistra non si
riconosceranno più e si scontreranno loro malgrado per una totale
mancanza di ‘larghe vedute’.
Bruno Russo
Fonte: Bruno Russo
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