Bruno Russo- TOMMY ( da 'Il Secolo' del 11/04/06 pag. 14 e da 'Il Roma' del 29/04/06 pag. 15)
La morte del piccolo Tommy incrementa dolorosamente il livello di degrado
morale della nostra società che di fronte all’innocenza non sembra arrestarsi, anzi, e ripropone il dibattito sempre vivo sulla pena di morte: nonostante l'indomita rabbia che farebbe volentieri giustizia sommaria se questa potesse in qualche modo ridare vita almeno alla nostra speranza di rivedere Tommaso o di vivere in un mondo giusto, ritengo che la più grande rivoluzione, che non tiene conto delle stesse debolezze che ci portano a desiderare la vendetta come conseguenza animale di un dolore, possa essere solo quella del ripristino dei valori della spiritualità, come unico antidoto contro i mali che arrivano a ritenere la vita di un bimbo cosa di poco conto. Anzi, non basterebbe neanche il ritorno al credo ed ai valori della famiglia, perchè la società cambia e con essa anche l'uomo: occorrerebbe una spiritualità che possa dare alla vita lo stesso significato di amore e umiltà che il Signore ha cercato di imprimere al Pianeta, un significato che di fronte alla fallibilità del genere umano antepone il sacrificio, la misericordia, l'amore; parole che non appartengono solo ai cattolici ma che molti
giudicano sorpassate. Questi principi sono stati sconsiderati dal materialismo comunista che ha imperversato nel novecento, ma sono l’unico antidoto che può colmare la mancanza di Dio che regna in molte persone infelici che si ritrovano poi, ad annullare la loro stessa esistenza nel momento in cui armano la propria mano contro quella innocenza che è stata la causa, di qualche violenza subita da piccoli che poi ha chiesto alla psiche un conto alto per annullarsi. L’attenzione alla spiritualità è di tutti e deve innestarsi nel ‘mous vivendi’ dell’uomo prima che un nuovo materialismo possa imperversare sulla terra: il controllo dell’informatica sull’uomo.
Bruno Russo Fonte: Bruno Russo
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