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30/05/2011 ARTICOLI  
Bruno Russo- [ SPETTACOLO ] - LA CASA DI NINETTA (da "Il Roma" del 30/05/2011 pag. 25 )

“La casa di Ninetta” nasce come libro scritto da Lina Sastri dopo la morte della madre, per divenire poi monologo teatrale e successivamente, un ristorantino in Via Nicolò Tommaseo 11/12 nei pressi di Santa Lucia. Recentemente vi si è svolto una serata speciale di cultura dello spettacolo per rivivere le atmosfere del periodo tra amici, complice l’atmosfera melodiosa della voce di Fiorenza Calogero e del suo repertorio sempre pronto di canzoni napoletane classiche. Una serata d’altri tempi ove sono racchiuse atmosfere d’antan e arredamenti mittleuropei che riportano indietro, coniugando classe e tradizione, tra le radici della nostra arte culinaria e la raffinatezza di un cenacolo soffuso, attrezzato rigidamente con pentole di terracotta, per meglio esplicare la celebrazione di una rappresentazione artistica che non è affatto di dopoteatro.
Fiorenza ha cantato un revival di canzoni classiche napoletane, tra i colori porpora di un ambiente composto e ricco di bontà di immagini e sapori, che compongono la raffinatezza che lascia il segno.
Come dimenticare lo spettacolo di Lina Sastri da cui proviene il nome del locale? Sono squarci di rara bellezza e curiosità di una famiglia napoletana, raccontati dalla voce antica della madre di Lina Sastri, che si sovrappone nel canto a quella della figlia, creando una suggestione unica, permeata lenta dal calore delle vene crude del ricordo familiare come la malattia della madre e della nonna , il morbo di Alzheimer, e le violenze subite.
E’ uno di quei casi nei quali l’opera diventa un monologo liberatore che lascia incisa l’energia benefica che le compete, nel crogiuolo di un alveare domestico, che vuole continuare ad emettere il miele della tradizione culinaria e popolare artistica, tra le più vivide del nostro tempo. L’insieme di paesaggi e colori naturali, dei sapori con i quali un artista evoca spesso il proprio genitore, diventa rito da promulgare, piatto da assaggiare con una certa assiduità, come la minestra napoletana il cui odore ammalierebbe chiunque, dopo una soffusa riflessione sull’argomento.
Lina Sastri decise di aprire un ristorante intitolato alla madre, che non ha mai relegato alle mere occasioni commerciali, il vivido contributo di un’ idea, di un’ invenzione. Come il cacio sui maccheroni, le canzoni di Fiorenza Calogero, hanno trovato il luogo migliore per esprimersi, dopo il successo in “Uomo e Galantuomo”, e nel film “Passione” di John Turturro ove il “Canto delle lavandaie del Vomero” fa parte del recente cd “Sotto il vestito…Napoli”, per non dimenticare la partecipazione al cast di “Napoli chi resta e chi parte”, che è in programmazione all’Augusteo a partire dal 13 Maggio.
Resterà però sul palato, ciò che Lina Sastri ha considerato una lezione di vita e di teatro, rivissuto nel suo locale, dove la musica napoletana classica si mischia alla pasta e fagioli come solo Ninetta sapeva fare, lontano o dispersa dal cielo delle mode e delle crisi commerciali.





BRUNO RUSSO

Fonte: Bruno Russo
 

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