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24/03/2011 ARTICOLI  
Bruno Russo- [ ATTUALITA' ]- L'ISOTOPO SOFFERENTE ( da "Il ROMA" del 24/03/2011 pag. 9)
Il nucleare fa paura, e per non parlare di qualità e sicurezza, tabù onerosi che denotano la vera sostanza del problema, ci poniamo nelle solite pause di riflessione, visto che le immagini dal Giappone non solo illustrano l’orrore della tragedia, ma dimostrano anche come un popolo tradizionalmente asciutto a ogni cosa, può soffrire senza urlare. Il vero problema è che si chiama il Santo quando si vede il serpe, e molti pensano che le nostre coste sono state esenti dal problema. Invece proprio a Napoli, il 15 Aprile del 1968, un sottomarino nucleare statunitense USS Scorpion – SSN 589 – fu interessato da una delle più cruenti bufere accadute nel porto partenopeo, e la sua poppa ove era collocato il propulsore nucleare, andò in collisione addirittura con una chiatta, che colò inesorabilmente a picco.
Lo Scorpion ebbe vita breve, ma lo scoppio definitivo avvenne in pieno Atlantico, portando con se nei fondali più profondi del globo, la testata nucleare e anche due bombe atomiche custodite a bordo. In sintesi, il caso o San Gennaro come preferite, volle che l’affondamento dello Scorpion non avvenisse a Napoli, ma a largo delle Azzorre addì 22 Maggio. E’ un incidente inserito nei misteri del novecento, insieme ai tanti eventi che hanno interessato molti sottomarini russi: la causa è stata individuata sempre nella carenza di manutenzione, molto al di sotto dei livelli richiesti dagli stessi programmi di sicurezza.
Anche se in Giappone si è trattato di centrali nucleari e non di sottomarini, e l’azione catalizzatrice è provenuta da uno dei più rovinosi terremoti della storia, resta il fatto che è evidente che il nucleare pur restando un obiettivo futuro, deve viaggiare parallelamente alla sicurezza e alla qualità dei processi di arricchimento isotopico: se ci si deve scontrare con una economia globale insufficiente a garantire certezze, è meglio per ora non parlarne proprio.
La politica ha assimilato negli ultimi anni la necessità di patrocinare il nucleare, più per influenza dell’Europa che per moti d’animo propri, anche se sostenere un approccio differente è legato al nostro rapporto di sudditanza nei confronti di partner come la Francia che ci fornisce l’energia elettrica. La costruzione di nuovi impianti a norma, fu annunciata da Claudio Scajola, affermando che l’Italia è pronta alla costruzione di nuove centrali nucleari partendo da una data non superiore al 2013, localizzando i siti ove costruirli, istituendo legittimi criteri di compensazione per le comunità ospitanti gli impianti.
Parlare di sconti sull’energia e rilancio delle economie locali non basta, perché si elude il problema principale che è garantire efficienza in termini di sicurezza e ottimizzazione dello smaltimento delle scorie. Ciononostante in Europa si approntano progetti ambiziosi, ma i reattori di terza generazione che sono stati studiati dagli anni 80 e approntati solo adesso, non trovano ricambio, nel senso che nessuno si pone ancora l’onere di progettare quelli di quarta generazione che assicurerebbero nel futuro, i requisiti di cui sopra: in ambito ricerca si parla addirittura del 2030.
La competitività del nucleare di oggi, risulta quindi esigua se proveniente dall’economicità del rapporto tra tasso di energia prodotto e costi di esercizio; considerato che al momento gli impianti a disposizione sono di terza generazione. Potremmo stare all’infinito a parlarne, ma il futuro sarà garantito solo da una cultura tecnica, nella quale si sostengano i settori che possono veramente darci una risposta applicabile e riproducibile.

Bruno Russo

Fonte: Bruno Russo
 

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