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24/03/2011 ARTICOLI  
Bruno Russo- [ CULTURA ]- POLITICA ARTECRATICA ( da "Il Secolo" del 24/03/2011 pag. 14 )
L’articolo di fondo sul quotidiano Parigino ‘Le Figaro’, di F. T. Marinetti dal titolo ‘ Le futurisme ‘, fu pubblicato la prima volta in Italia sulla rivista marinettiana ‘ Poesia ‘, e da allora il tardo romanticismo, si sposò con qualche capriccio alla nuova linfa di pensiero. Il senso di tale prezioso accolito si è perso nel tempo, perché in realtà la poesia dei futuristi, meglio chiamata “aeropoesia” voleva introdurre nella cultura il carattere mordente e accattivante verso la massa: la scrittura veniva intesa come ‘gesto’, che andava quindi recitato. La dinamica di tale assunzione influenzò l’appoggio del movimento futurista alla politica interventista nella I guerra mondiale, nonché i movimenti di avanguardia europei del novecento, ancora troppo intrisi dei temi dominanti della rivoluzione francese, ma in realtà si è sempre impedito di “riconoscere” la sua grande vena rivoluzionaria La poesia del futurista, invece, è la colonna sonora del matrimonio celebrato tra la teoria e la pratica, è cioè l’azione, il cambiamento, la scoperta scientifica, allora forse ancora “romantica”, “di fantasia”, ma avvolta in un’ottica per niente materialista, perché si era agli albori del processo industriale stesso e non si sapeva ancora in quali termini, avrebbe interessato il futuro con il capitalismo spinto. E’ lineare osservare che tale rivoluzione di idee, in realtà è stata cancellata dalla cultura scolastica, che non ha mai riconosciuto l’arte poetica come strumento per l’unico tipo di potere capace di mantenere un Paese senza distruggerlo: fu all’uopo coniato il termine artecrazia, che sta alla democrazia come l’immagine sta al pensiero. Se tali cose fanno oggi sorridere è perché molto dell’insegnamento del pensiero futurista è andato perso o si è travisato. Intanto il materialismo che all’inizio sollecitava la fantasia nelle sue infinite possibilità, è diventato oggi il principale motivo di oppressione dell’individuo.

Bruno Russo



Fonte: Bruno Russo
 

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