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Bruno Russo- [ EVENTI ] I MIEI PRIMI 40 ANNI ( da "il ROMA" del 12/01/2011 pag. 23 )
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28/07/2010 ARTICOLI  
Bruno Russo- COSA STA REALMENTE SUCCEDENDO NEL PDL? ( da "Il ROMA" del 27/07/2010 pag. 26 )
Le teorie sono molte, come tentativi di porre tappi e beccucci sopra bottiglie ormai aperte e sfiatate, come le sfaccettature della migliore analisi, che nel mostrare il dato finisce per evidenziare il teorema degli opposti, che si attraggono e si respingono in condizione di riposo fisico e mediatico. Pochi si accorgono che la politica è strana per natura, perché finisce per esprimere le cose migliori in cattività, quando le tragedie e i clamori più ruggenti dispongono quel concerto di cicale di un pineto estivo, nel silenzio assoluto delle attese. Che il Pdl avesse due anime è vero da sempre, come Romolo e Remo a nutrirsi alla stessa lupa, e a muovere l’aratro per un solco che avrebbe diviso l’urbe dal mondo intero, per poi azzopparsi ed eliminarsi; ma che sia in atto una guerra tra il Premier e il Presidente della Camera, stento a vederla verità conclamata e durevole, sia a livello nazionale che locale, con riferimento alle vicende a targa Cosentino e Caldoro. Dalle nostre parti è in onda solo lo spiegamento e lo scontro delle opportunità tra vecchi volponi della sinistra o del centro passati a destra con vecchie scuse che si confondono nell’oceano socialista; a livello nazionale invece c’è lei, la Lega, coccolata per paura di ribaltoni; ma non deve spaventarci, a meno che la precisione settentrionale non si scontri con il buonismo meridionale a torto evidenziato nel sorriso e nella spensieratezza dei nostri volti. A livello parlamentare le cose cambiano, perché è là che esiste lo scontro vero e proprio, che influenza media e realtà nazionali e locali: non a caso l’inizio della tormenta fu proprio nelle parole di Fini che sottolineava la necessità di difendere i ruoli del Parlamento per evitare che la politica nel tempo, finisse al macero. L’ascesa è la caratterizzazione del Pdl è stata rapida nei numeri e lenta nelle prese di coscienza, finendo nel dare il meglio di se nella parte formativa del suo processo, mentre a regime sta risentendo del rilassamento delle forze leganti, visto che un tale successo doveva essere accompagnato da una seria riforma politica ed elettorale, abile a validare le troppe novità in una chiave costituzionale, non adeguata strutturalmente a recepirla: è il fulcro dei discorsi di Gianfranco Fini, visti a torto come ribellioni mentre egli ha indossato la veste di chi vuole osare con giudizio, in conformità all’anima vera della destra classica, che rispetta il voler popolare che l’ha resa vittoriosa. In sintesi è come se un’anima moderata fosse sopravvissuta all’interna dell’egemonia bipartitica, un’anima che certe volte rischia di mostrarsi a torto più rigorosa e reazionaria della stessa destra , mentre è solo arroccata sulla certezza e sul verticismo. Tali realtà parlamentari non devono porre in discussione i valori che legano l’esperienza ormai acquisita del Pdl. Eppure i media continuano a pompare la crisi, la fuoriuscita di una parte del Pdl, l’ascesa di governi tecnici, la corrosione del carisma del premier, la solitudine di uno schieramento che invece è vivo e vegeto, forte e responsabile, al quale si contrappone una opposizione senza volto. L’unico problema forse è il vizio dei vincitori, che si ubriacano di gioia e possibilità, da non capire più la direzione giusta. Ecco perché Fini vuole dare un volto morale migliore alla politica. Spero che ciò avvenga, perché ci siamo scordati cosa significa avere un governo di sinistra, cosa che le parole di Vendola mi hanno tragicamente richiamato alla memoria: equiparare sacrifico e violenza come antefatti dell’eroismo significa adoperare la costituzione come se l’Italia fosse ancora occupata dai nazisti, e certi gesti giustificati dalla lotta per una sopravvivenza che confonde oggi lo stato di pace apparente da quello di una istintiva predisposizione all’ostilità. In definitiva vince la mia convinzione che in guerra i colori di distinguono, mentre nelle opportunità essi si confondono.


BRUNO RUSSO

Fonte: Bruno Russo
 

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