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18/01/2007 CULTURA  
Bruno Russo- LA FALSA CULTURA NEMICA DELLA STORIA ( da 'Il ROMA'' del 18/01/2007 pag. 20 )
In riferimento alla ricorrenza della Shoah ho pensato: “Come potrei, con
poche ed efficaci parole, spiegare a mia figlia cosa è successo?” . La
cosa migliore da dire potrebbe essere la seguente: la formazione degli
Imperi in Europa e la successiva e rovinosa caduta degli stessi ha
travolto socialmente, tra la fine del XIX e la prima metà del XX
sec., le grosse etnie che non si erano riuscite ad integrare nel
contesto sociale e politico di Austria e Germania, a causa della
differenza di capacità economica ed imprenditoriale a vantaggio dell'etnia
ebrea; differenza che ha fatto di una minoranza capace, ma assai schiva
ed orgogliosa, la parte debole e ghettizzata della società. Le affermazioni
in campo economico la allontanavano sempre di più dagli altri gruppi
etnici. Contemporaneamente anche al loro interno e non tutti lo sanno,
c'era una parte che non voleva ritornare nella terra promessa perchè
temeva il mancato riconoscimento di una superiorità imprenditoriale, fatto
per loro naturale. Nel frattempo colui che giunse al potere in Germania,
quando questa terra si preparava a diventare da etnia a nazione reale,
forte e compatta, usò delle belle parole che anche oggi molti
politici usano, ma che la gente non approfondisce, ammaliati solo dal
fascino del suono che esse riescono ad emettere, scevre dei contenuti
terribili che vi sono nascosti. Le 'belle' parole dovevano affermare,
nella gente che amava la propria nazione tedesca , una comune esigenza
per migliorare il Paese: "La debolezza deve essere spazzata via, al
centro del nuovo ordine verrà allevata una gioventù che spaventerà il
mondo, per questo motivo non occorre un’educazione intellettuale:
il sapere rovina la gioventù". La forza delle parole, allora era un fatto
normale, adesso si nasconde nei bei discorsi del maestro nascosto in ognuno
di noi. Quante volte ho visto ragazzi soffrire per una cultura che non
capiscono, vuota perchè non dice più nulla, assente dalla società perchè
non viene studiata con l'amore e l’odio che usavano i nostri nonni. In
conclusione, direi di diffidare non dei potenti, o dei grandi
imprenditori come Berlusconi, ma neanche delle persone finite ai
margini della società: diffiderei di colui che vuole limitare la cultura
e la conoscenza con idee pratiche; colui che accontenta la platea
facendo credere che l'imperfezione deve essere combattuta per garantire il
progresso di una nazione; colui che dipinge chi tira le pietre
sui cannoni o brucia le bandiere per la strada, come esseri liberi e non
pilotati da menti distorte che usano il sapere a proprio uso e consumo.
Vedrei allora sicuramente disorientata mia figlia, perchè cose simili si
vivono tutti i giorni ma non si capiscono. Si è troppo piccoli o troppo
adulti. A scuola sentirà lezioni opposte alla mia: ignorare gli
insegnamenti di falsa democrazia. Mi sono reso conto dell’importanza
della cultura storica dei popoli, che viene spesso in soccorso delle cose
difficilmente spiegabili, provatelo a fare almeno voi con gli Armeni e i
Turchi. Naturalmente il qualcuno citato nella mia spiegazione storica,
nel suo caldo verbo che metteva il popolo col nasino all'insù e gli
faceva credere che il loro futuro ideale era quello, si chiamava Adolf
Hitler.







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Fonte: Bruno Russo
 

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